L'UE è la reincarnazione dell'Urss
Appunti da una
conferenza di Vladimir Bukovsky,
dissidente sotto il regime sovietico, autore de
"Gli archivi segreti di Mosca", ed Spirali, 1999
"Per quasi 50 anni abbiamo vissuto insieme un grande pericolo, all'ombra
dell'Unione Sovietica, un paese aggressore che voleva imporre il suo modello
politico a tutto il mondo.
Diverse volte nella mia vita ho visto per puro miracolo sventare il sogno
dell'Urss.
Poi abbiamo visto la bestia contorcersi e morire davanti ai nostri occhi.
Ma invece di esserne felici, siamo andati a crearci un altro mostro. Questo
nuovo mostro è straordinariamente simile a quello che abbiamo appena
seppellito.
Che cos'era l'URSS? Un'unione di repubbliche socialiste.
Che cos'è l'UE? Un'unione di repubbliche socialiste.
Tutti i paesi dell'Unione europea tranne la Spagna e l'Austria hanno governi
socialisti. E guardate cos'è successo all'Austria, quando non ha voluto un
governo socialista.
Chi governava l'URSS? Quindici persone, non elette, che si sceglievano fra di
loro
Chi governa l'UE? Venti persone non elette che si scelgono fra di loro
Come fu creata l'URSS? Soprattutto con la forza militare, ma anche costringendo
le repubbliche a unirsi con la minaccia finanziaria, facendo loro paura
economicamente.
Come viene creata l'UE? Costringendo le repubbliche a unirsi con la minaccia
finanziaria,
facendo loro paura economicamente.
Per la politica ufficiale dell'URSS le nazioni non esistevano, esistevano solo
i "cittadini sovietici". L'URSS Creò una nuova entità, chiamato
popolo sovietico.
L'UE non vuole le nazioni, vuole solo i cosiddetti "europei".
In teoria, ogni repubblica dell'URSS aveva il diritto di secessione. In pratica,
non esisteva
alcuna procedura che consentisse di uscirne.
Nessuno ha mai detto che non si può uscire dall'Europa. Ma se qualcuno dovesse
cercare
di uscirne, troverà che non è prevista nessuna procedura.
Nell'Urss esisteva la corruzione tipica di una repubblica socialista: una
corruzione organizzata
dall'alto.
Nell'UE i sintomi della corruzione sono uguali, tipicamente sovietici.
L'UE promette più uguaglianza, più equità, più giustizia. Questa è una
promessa bolscevica.
Nell'Urss, che prometteva le stesse cose, si creò una classi di nomenklatura, e
la disparità
di condizioni era più grande che negli Stati Uniti.
L'Urss aveva i gulag.
L'UE non ha dei gulag che si vedono, non c'è persecuzione tangibile. Ma
nonostante l'ideologia
della sinistra di oggi sia "soft", l'effetto è lo stesso: ci sono i
gulag intellettuali. Gli oppositori
sono completamente isolati e marchiati come intoccabili sociali. Sono messi a
tacere, gli si
impedisce di pubblicare, di fare carriera universitaria ecc. Questo è il loro
modo di trattare con i
dissidenti. I risultati del Gulag intellettuali sono gli stessi del Gulag
visibile. E i loro piani
prevedono che alla polizia europea sia concessa l'immunità, una cosa che non
era garantita
neanche al KGB!"
L'Urss era aggressiva. Poteva sopravvivere solo annettendo nuovi paesi.
L'UE è lo stesso vicolo cieco. E non è a vantaggio dell'Europa.
Si tratta solo di somiglianze superficiali? Dopo aver fatto alcune ricerche sono
arrivato alla
decisa conclusione che non si tratta di coincidenze.
Semplicemente parlando, la storia dell'Europa del dopoguerra è una lotta di
Bolscevichi contro
Menscevichi, cioè di Comunisti contro Socialisti.
Ma i Comunisti / Bolscevichi vogliono sempre reclutare i Menscevichi /
Socialisti per farne la
principale forza trainante e ottenere così finanziamenti e forza.
I Menscevichi e i Socialisti hanno sempre lo stesso sogno, che un giorno i
bolscevichi possano
ammorbidirsi.
E quando i Bolscevichi sono in una situazione dura, danno sempre ad intendere
che
ritorneranno alla socialdemocrazia. Questo stratagemma ha sempre funzionato:
sotto Lenin,
Stalin, Kruscev, Breznev, Andropov. E alla fine è diventata una teoria.
L'Europa e Mosca stanno lavorando insieme. Questo era nei piani. I comunisti e i
socialisti
hanno cospirato per attuare una "convergenza" dei due sistemi, per
creare "una casa comune
europea".
Il piano era fallito prima, all'est, ma è continuato all'ovest con la
formazione di un'Unione
europea così concepita. E Clinton ha consigliato che la Russia sia ammessa
all'Unione
europea! E' un mistero per me, perché Clinton possa dire chi dovrebbe entrare
nell'UE!
QUESTA NUOVA EUROPA E' UN'ALTRA UNIONE SOVIETICA"Intervista al professor Vladimir Bukovskij di Alberto Mingardi, pubblicata dal quotidiano Libero il 28 Gennaio 2001 a pagina 2 |
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MILANO -
Stretti come siamo fra l'incudine della burocrazia "romana",
e il fantasma dello statalismo "europeo", i Comitati della
Libertà (variopinto arcipelago di circoli liberalconservatori, che
fanno capo al giornalista Dario Fertilio), hanno pensato bene di
organizzare un convegno "contro i nuovi Leviatani". Non
poteva mancare Vladimir Bukovskij, presidente onorario
dell'associazione, ma soprattutto uno che sulla propria pelle ha
vissuto l'esperienza del Leviatano per antonomasia: l'Unione
Sovietica. Dissidente perseguitato in patria, e poi esule illustre fra
Standford (USA) e Cambridge, Bukovskij è noto anche da noi per il
libro "Gli archivi segreti di Mosca", pubblicato da Spirali.
Più volte è stato in Italia per presentarlo, in questi giorni la sua
missione è diversa: aprirci gli occhi sulle nuove minacce per la
libertà individuale. Professor Bukovskij, dieci anni fa, abbattuto il muro di Berlino, eravamo convinti che fosse stato inferto un colpo mortale allo statalismo e all'ideologia. Sembra però che le cose non siano andate così, le parole d'ordine saranno cambiate ma la sostanza resta quella. Per esempio, lei dice che l'Unione Europea altro non è che un'altra Unione Sovietica... "Precisamente, e non è un'affermazione campata in aria. Ci sono motivazioni storiche precise: l'ideale europeista si afferma negli anni Sessanta, quando comincia ad arrivare in Occidente l'eco delle violazioni dei diritti umani compiute in nome del socialismo reale. Questo diede serissimi problemi, ovviamente, alla Sinistra, che rispose disegnando uno scenario inedito, e irrealizzabile. L'idea era di costruire una "casa comune europea" per i Paesi dell'Est e dell'Ovest: gli uni, i Paesi dell'Est, avrebbero nel frattempo dovuto abbracciare i diritti umani. Gli altri, i Paesi dell'Ovest, dovevano intanto incamminarsi sulla strada della socialdemocrazia. Quando entrambe queste previsioni si fossero avverate, sarebbe stato possibile dar vita a un'unica, grande Europa socialista. Però il vaticinio s'è realizzato a metà..." Cioé? "I Paesi dell'Est non si sono mai aperti ai diritti umani. E quando ci hanno provato, era ormai troppo tardi: compiuti settant'anni, il comunismo ha mostrato tutte le proprie, intrinseche debolezze. Tengo a precisare che l'era Gorbaciov, come ho scritto ne "Gli archivi segreti di Mosca", rappresentò tutto fuorché un'apertura ai diritti civili, questa è solo un'altra falsificazione della stampa di sinistra... Morti di causa naturale i Paesi socialisti, la socialdemocrazia occidentale però non ha certo gettato la spugna: così oggi noi viviamo sì in un'Europa senza più il muro di Berlino, ma dove nella quasi totalità dei Paesi ci sono al governo dei politici comunisti! Che continuano a perseguire quegli ideali: l'Europa unita è disegnata a immagine e somiglianza dell'URSS." Quali sono le somiglianze più evidenti? "Anzitutto, il sistema politico, che è accentrato e burocratico. Irrispettoso delle differenze fra Stati e individui. Oppressivo, nel suo concepire ogni possibile regolamentazione per strozzare gli uomini liberi. Ma soprattutto, l'UE ricorda l'Unione Sovietica nel controllo ideologico che gli eurocrati tentano di esercitare su di noi: il fatto che non esista una 'Pravda' non significa che il mondo dell'informazione, e quello della cultura, non siano condizionati al punto da esercitare alla fin fine la stessa funzione. Basti pensare al politicamente corretto, che è una specie di religione laica." Ecco, il fenomeno del politicamente corretto, se ci si pensa, è curioso. I luoghi comuni di questa nuova ideologia sono talmente radicati e "potenti" da arrivare a condizionare il lessico e la sintassi della comunicazione politica. Qualcuno in America ha azzardato: è un nuovo marxismo... "Non penso che nessuno possa accusarmi di aver mai nutrito simpatie marxiste, ma se posso dirlo... è molto peggio. Almeno Marx era un pensatore con un capo e una coda, c'era una logica in quanto scriveva. Le idee erano sbagliate, ma c'era un filo conduttore. Il politicamente corretto invece non sta in piedi: nasce dall'esigenza della Sinistra di far convivere la proprietà privata con un'impostazione di fondo che resta socialista. Si sono accorti che senza proprietà privata non può esistere una società "civile", però hanno preferito non ammettere il fallimento dell'intero edificio concettuale comunista. Così, adesso tentano di conciliare la proprietà con un'impostazione 'di sinistra', il che è assurdo, perché la proprietà ha bisogno di essere circondata e fortificata da altre istituzioni (la famiglia, per esempio). Comunque, la tattica del "politicamente corretto" è molto semplice: s'inventano delle "minoranze", e poi per "difenderle", sempre fra virgolette, riescono a giustificare ogni e qualsiasi intervento governativo." Per esempio? "Basta guardare all'America, il femminismo dopotutto è questo. Una montagna di bugie declamate non in nome delle donne, ma per ampliare ancora una volta "la sfera pubblica", l'interventismo statale. Perché la Sinistra è favorevole all'immigrazione selvaggia? Proprio per questo motivo, per coltivarsi "minoranze" sempre nuove, un ulteriore bacino elettorale. E poi c'è la madre di tutte le battaglie... quella contro il tabacco. L'isterismo anti-fumo non è una questione che abbia un particolare retroterra teorico. Però è stata il banco di prova della 'political correctness': l'hanno usata per vedere se era possibile imporre a tutto il mondo una nuova forma di controllo sugli individui. Ce l'hanno fatta, pensate che se devo andare Oltreoceano e voglio fumare in volo, l'unica compagnia aerea che me lo permette è la Cenerentola dei cieli, la Kuwait-air. Con il divampare del salutismo, la Sinistra ci ha dimostrato che oggi riesce (purtroppo) a condizionare tutto il mondo occidentale." Insomma, non ci sono speranze? Bukovskij sorride: "Al contrario, finché c'è vita c'è speranza. Finché siamo vivi c'è speranza. Basti pensare alla situazione austriaca: le sanzioni contro Haider hanno fatto precipitare ovunque in Europa la popolarità dell'Unione Europea. Ed è nato un movimento che proprio in Austria, sta raccogliendo firme per "uscire" dall'Unione. E' una notizia che mi riempie di entusiasmo. Pensi, un piccolo Paese, incastonato fra le Alpi, che mette in ginocchio il gigante socialista..." Alberto Mingardi |