Santoro e la mucca pazza

Mucca pazza è la star del momento…ma, fra poco, quando tacchino pedofilo si accorgerà del successo della sua vicina, troverà il modo di rubarle la scena e tutti ci dimenticheremo di lei, tranne gli allevatori che ci avranno smenato qualche centinaio di milioni. Santoro, invece, è sempre lì, in prima serata, sul piccolo schermo; destra o sinistra al potere, Rai o Mediaset, pioggia o sole, nei secoli dei secoli amen… Io ho 25 anni, spero di campare ancora un po’, eppure scommetto che fra 20 anni e più, sarà sempre al suo posto, come i Vespa, i Montanelli, i Biagi, numi tutelari del giornalismo nostrano politicamente corretto. Sopravviverà perché è un grande comunicatore, sa usare perfettamente la tv, sa colpire il telespettatore con immagini shock, e ottiene così ottimi ascolti. Il mercato lo premia. Quel libero mercato che, però, Santoro odia. Lo odia perché permette il progresso, l’emancipazione, l’arricchimento personale.

Affrontando il tema mucca pazza, con il pretesto di fare informazione, attraverso una serie di servizi e interviste in giro per la Lombardia dove si vedevano mucche e pulcini in spazi ridottissimi e allevatori-operai tipici delle grandi aziende, da vero giudice popolare ha individuato i colpevoli, industrializzazione e capitalismo, i veri nemici della natura, degli animali e dei cittadini, ed ha emesso la condanna. In studio la Francescato ha ratificato la sentenza. Il politico “serio” non può mai mancare. Da una parte i cattivi, gli allevatori che trattano i loro animali come beni di consumo, quindi sicuramente almeno “moralmente” colpevoli, dall’altra i politici, soprattutto i Verdi (ministro Pecoraro Scanio e la Francescato) tutori della salute pubblica, sostenitori dell’età dell’oro, di “una volta” quando si stava meglio, quando i capitalisti naturalmente “selvaggi” ancora non c’erano. Ebbene, la produzione agricola su larga scala, la divisione del lavoro, l’automazione dei processi produttivi ( anche nelle aziende agricole ), la grande distribuzione, hanno permesso di sconfiggere nei paesi occidentali la piaga della fame. Oggi, grazie al modello capitalista, in occidente, tutti possono mangiare. Non solo, il cibo è di qualità e a basso costo. L’età media della vita di un uomo si è allungata. Se poi qualcosa va storto, pazienza, si può sempre rimediare. In Inghilterra su ottantamilioni di consumatori di carne, otto si sono ammalati del morbo di mucca pazza. E’ grave, ma è una percentuale bassissima: non è il caso di fare del terrorismo psicologico.

La verità è che i vari Santoro sono gli orfani del comunismo; il comunismo prometteva il paradiso in terra e invece è miseramente fallito. Dove è ancora in piedi, bambini e adulti, ancora oggi, muoiono di fame, non di mucca pazza. In Corea del Nord, probabilmente (ma ne dubito), gli animali li trattano benissimo, ma la carne è un miraggio: il problema di milioni di cittadini è tirare sera almeno con un tozzo di pane nello stomaco.            E’ questo il loro modello? Forse no, perché non sono più comunisti, sono democratici, europei. La loro ricetta di oggi è: “maggiori controlli”. Sembrerebbe una proposta sensata, ma non lo è. Chi sono infatti i controllori?  Lo Stato e la Comunità Europea naturalmente, cioè loro stessi. Più controlli significa più stato e meno mercato, più stato vuol dire più burocrazia e più potere nelle loro mani, quindi più tasse. Esito sicuro: povertà per tutti.    E’ questa la strada che vogliamo intraprendere?

Il problema è che il prodotto offertoci da Santoro è ben confezionato, sembra neutrale, in buona fede, ma non lo è. L’unico modo quindi che abbiamo per impedire a quelli come lui di propagandare a nostre spese ( la Rai la paghiamo anche noi) le loro ricette pauperiste è impugnare quel bellissimo prodotto del capitalismo che è il telecomando e spegnere la tv o cambiare canale…se proprio si vuole passare una serata in compagnia di animali c’è Paperissima su canale 5. Seppelliamo i Santoro con una risata!

Roberto Enrico Paolini

28/1/2001 ( pubblicato sul quotidiano L'Opinione del 31 Gen. e sul settimanale Ideazione del 29 Gen.)

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