di Di Guglielmo C. Cancelli
Buone notizie per i libertari: ci hanno presi in
giro perché sostenevamo che non solo ogni popolo, ma addirittura ogni individuo
ha diritto alla secessione? Eccoli serviti, i nazicomunisti abbuffoni e
arraffoni: in quel di Rencio, frazione di Crevoladossola (Verbania), è accaduto
ciò che noi da lungo tempo scrivevamo. Un imprenditore, Moreno Simionato,
esasperato dalle lungaggini e dai costi della burocrazia ha deciso di mandare
tutto a quel paese e di gestire a modo proprio ciò che era legittimamente suo.
Da tre anni, infatti, Simionato attendeva invano il
rilascio di una concessione edilizia per l'avvio di una nuova attività. I
metodi di protesta classici non sono serviti: nessuno l'ha ascoltato quando ha
alzato la voce, nessuno ha notato il suo sciopero della fame, nessuna
compiacente televisione ha ripreso la sua minaccia di darsi fuoco. Ecco allora
che, di comune accordo coi locali rappresentanti della Life (Liberi Imprenditori
Federalisti Europei), ha deciso di dare inizio ai lavori "abusivi" per
la costruzione di una stalla. Abusivi secondo lo Stato italiano, of course, che
giudica illegale, illegittimo e illecito tutto ciò che non è accompagnato da
una mazzetta.
A scanso di equivoci, proprio come Lysander Spooner
con la propria compagnia postale, Simionato ha informato tutti di tutto: non una
pietra è stata smossa al buio. Prima, ha dichiarato l'indipendenza:
"avverto che il territorio di appartenenza della famiglia Simionato - ha
scritto su un cartello bene in vista - non è più da considerarsi sotto la
giurisdizione dello Stato italiano. Pertanto, onde evitare qualsiasi tipo di
violazioni di confine fra Stati, invito tutti gli organi competenti ad astenersi
da qualsiasi contromisura. Tale porzione di nuovo Stato libero sarà
costantemente presidiata da uomini liberi che impediranno qualsiasi azione
contro la libertà e ogni intrusione da parte dello Stato italiano". Poi si
è rilasciato la concessione edilizia e ha iniziato i lavori.
Nessun assessore, nessun onorevole e nessun tenente
colonnello è riuscito a fermarlo: soltanto il Generale Inverno, che prende
ordini da qualcuno più autorevole del Presidente della Repubblica, ha potuto
rallentare l'opera. A nulla è valso il tentativo dei vigili urbani, che hanno
controllato cosa mai stesse succedendo e sono stati garbatamente invitati ad
andarsene, perché ognuno ha diritto a cacciare gli ospiti sgraditi fuori di
casa. I bene informati sostengono che tra un po' il comune intimerà una
sospensione dei lavori (che, lo ricordiamo, avvengono in economia, poiché il
mancato rilascio di un'autorizzazione da parte del comune stesso impedisce di
convocare un'impresa edilizia).
Intanto, Simionato ha messo in atto una di quelle
proteste irriverenti e non violente che ci piacciono tanto: si rifiuta infatti
di ritirare qualsiasi lettera o notifica. I vigili hanno tentato pertanto di
irretire la moglie dell'imprenditore per consegnare a lei il "dovuto",
ma probabilmente non hanno considerato il fatto che, oltre a vivere insieme, i
due coniugi hanno entrambi un cervello (sono esseri umani, dopo tutto, a
differenza di taluni generali e ministri...). Adesso la vicenda è giunta a una
situazione di stallo (mentre i lavori per la stalla procedono spediti) e non è
esclusa un'azione di forza da parte delle istituzioni: ma in tal caso, i
militanti Life del Piemonte e tutti gli uomini liberi sono pronti a intervenire
in soccorso del buon Moreno.
Comunque vada a finire la vicenda (speriamo bene
per il nostro eroe), per noi libertari questo sano senso di ribellione contro lo
Stato è cosa buona e giusta, tanto più che Simionato, dichiarando
l'indipendenza, ha creato una vera e propria Enclave di libertà nell'Ossola. I
muri cadono uno dopo l'altro: e i cittadini sono sempre più coscienti dei
propri diritti. Speriamo che lo capiscano anche i brigadieri. Sarà dura, ma la
speranza l'ultima a morire.