San Gabriele Possenti
Nella vita di questo Santo italiano avvenne una singolare e
provvidenziale dimostrazione di abilità nell'uso della pistola. Questo episodio
è ricordato negli Stati Uniti, mentre da noi è sconosciuto
di Paolo Tagini
Quasi tutte le categorie professionali, o quelle dedite ad
attività sportive o ludiche, hanno un santo protettore. È un'usanza comune e
antica quella di ricercare legittimità e protezione in una figura che nella sua
vita terrena ha raccolto meriti e benemerenze. Per quanto riguarda il settore
armiero, non possiamo non ricordare sant'Uberto, protettore dei cacciatori, e
santa Barbara, protettrice degli artificieri e degli artiglieri; manca però un
santo cui siano devoti in via esclusiva i tiratori. O meglio, il santo ci
sarebbe, ma il Vaticano non ha mai inteso accordargli tale particolare mansione,
al contrario di diverse associazioni di tiratori degli Stati Uniti che
riconoscono in San Gabriele Possenti il loro indiscusso protettore. Oltre alla
National Rifle Association, esiste ad esempio la St. Gabriel Possenti Society,
Inc. di Arlington (Virginia).
Il fatto singolare è che questo santo è italianissimo e da noi è più noto
come San Gabriele dell'Addolorata; ufficialmente gli si riconosce il non certo
trascurabile status di protettore della regione Abruzzo. Tuttavia,
nell'agiografia di casa nostra non si fa quasi mai menzione di un fatto che
caratterizza, in maniera molto importante per gli oplofili, la breve esistenza
terrena di San Gabriele Possenti.
La vita
Francesco Possenti nacque ad Assisi il 1° marzo 1838 in una famiglia
aristocratica; il padre Sante, che ricopriva la carica di governatore dello
Stato Pontificio, e la madre Agnese Frisciotti avviarono agli studi il giovane
Francesco, descritto come di bell'aspetto, brillante in società, dedito alla
caccia e molto colto. In seguito a una visione in cui la Madonna lo invitò a
farsi religioso, il 21 settembre 1856 entrò come novizio nel convento dei
Passionisti di Morrovalle (MC) e ricevette il nome di Gabriele dell'Addolorata.
Dopo aver compiuto gli studi filosofici a Pieve Torina (MC), nel 1859 giunse a
Isola del Gran Sasso (in provincia di Teramo) per completare in quel ritiro la
sua preparazione teologica prima di ricevere gli ordini sacerdotali.
Nel convento si distinse per devozione e bontà d'animo; pregava intere ore
davanti al Crocifisso e mostrava un sentimento particolare per la Madonna dei
sette Dolori cui aveva dedicato la sua vita religiosa.
Ammalatosi di tubercolosi, si spense il 27 febbraio 1862. Fu sepolto nella fossa
comune dei religiosi, all'interno della chiesa del Convento. La fama della sua
santità si era intanto sparsa nei paesi circostanti e la sua tomba divenne
presto meta di pellegrini e di devoti che vi ricevevano miracoli e guarigioni
prodigiose.
Nel 1892 iniziava la glorificazione di San Gabriele. Fu beatificato il 31 maggio
1908 nella basilica Vaticana; papa Benedetto XV lo canonizzò nel 1920. Nel
1959, papa Giovanni XXIII lo nominò patrono dell'Abruzzo (in quella regione
trascorse i suoi due ultimi anni di vita), ove è festeggiato il 27 febbraio.
Il fatto
Sappiamo che nel 1859 Possenti giunse a Isola del Gran Sasso per concludere gli
studi prima di ricevere l'ordine sacerdotale. Nel 1860 una banda di soldati entrò
nel piccolo paese abruzzese, terrorizzando la popolazione con evidenti propositi
bellicosi. C'è anche chi sostiene che si trattasse di un gruppo di garibaldini,
ipotesi plausibile visto che il giorno 8 novembre di quell'anno era avvenuto lo
storico incontro di Teano (più a sud di circa duecento chilometri) che sancì
di fatto lo scioglimento dei Mille.
Possenti, con il permesso del rettore del seminario, andò verso il centro della
cittadina per affrontare i razziatori. Secondo una versione dell’episodio, si
avvicinò disarmato ai banditi, uno dei quali aveva catturato una giovane che
intendeva rapire; con mossa rapida, Possenti afferrò prima la pistola (si parla
addirittura di revolver, ma è più plausibile una monocolpo a percussione) che
quel malfattore teneva alla cinta, ordinandogli di lasciare la ragazza, poi
prese quella di un altro bandito che gli si era nel frattempo avvicinato.
Secondo un'altra versione, Possenti uscì armato dal seminario e, al cospetto
dei malfattori, estrasse le due pistole che nascondeva sotto la tunica.
Da questo punto in poi le versioni sull’episodio sono unanimi: il seminarista
armato provocò la reazione spavalda e minacciosa degli altri banditi, che lo
affrontarono dubitando delle capacità del giovane.
Senza perdere la calma, Possenti indicò agli astanti una lucertola che stava
correndo dall'altra parte della strada; una sosta fu fatale al piccolo animale,
poiché il giovane seminarista la colpì di netto con una delle due pistole che
aveva in mano. Questa dimostrazione inaspettata di abilità nell'uso della
pistola indusse i banditi a una rapida riflessione sui loro intenti malsani:
Possenti (che brandiva ancora una pistola carica) ordinò loro di arrendersi e
costoro, senza farselo ripetere un'altra volta, lasciarono precipitosamente il
paese. Senza spargimento di sangue se si eccettua quello della malcapitata,
ma provvidenziale lucertola era stata risolta brillantemente una situazione
molto grave e pericolosa. La popolazione accompagnò in trionfo il giovane verso
il seminario, proclamandolo "salvatore di Isola".
La morale
La difesa della vita e della proprietà è un diritto naturale inalienabile,
oltre che un diritto previsto esplicitamente dagli ordinamenti di quasi tutti
gli stati civili. Per esercitare di fatto questo diritto di modo che non
resti solo lettera morta deve essere riconosciuta all’aggredito la
possibilità di opporsi efficacemente all'aggressore e quindi, se questi è
armato, di usare a sua volta le armi senza che si arrivi necessariamente allo
spargimento di sangue. Questo è, in sintesi, l’insegnamento del lontano
episodio che abbiamo raccontato.
È triste notare che nell’agiografia di casa nostra si tende a oscurare simili
episodi; i santi rappresentano la quintessenza del buonismo e non è
assolutamente ammissibile che possano adoperare armi con la stessa familiarità
con cui snocciolano la corona del rosario. A colpi di buonismo, però, finiremo
per perdere tutti i valori-cardine della nostra civiltà, religione compresa.
Una salutare rilettura della Bibbia porterebbe, ad esempio, a scoprire che sono
citati diversi casi di difesa legittima. Forse (ma non ne siamo del tutto
convinti) sarà anche giusto che nessuno tocchi Caino, ma i milioni di Abele, se
non possono difendersi da soli, chi li difende?
(tratto da "Tuttoarmi")