Produttori contro burocrati. 
La vera lotta di classe per la rivoluzione liberale

di Alfredo Biondi 


L’interesse di questa nuova opera di Luigi De Marchi nasce da alcune sue qualità specifiche, che ne fanno un valido contributo agli studi sulla Rivoluzione Liberale. Anzitutto, il libro propone una nuova interpretazione della storia politica europea ed americana del ‘900. Nella nuova ottica proposta dall’Autore, le vicende politiche ed elettorali euro-americane del XX secolo sembrano ridursi a un fenomeno tanto ripetitivo quanto inconcludente: e cioè il continuo rimbalzo dei lavoratori dipendenti e indipendenti del privato (definiti da De Marchi il Popolo dei Produttori) tra un progressismo malato di statalismo (quello della Sinistra tradizionale) e un liberismo malato di conformismo (quello della Destra tradizionale). Nessuno di questi due poli tradizionali, però, ha saputo rispondere simultaneamente al bisogno non solo di libertà economica ma anche di libertà civile e di modernizzazione culturale che, come l’Autore documenta persuasivamente, caratterizza il Popolo dei Produttori. La grande sfida politica del nostro tempo, secondo De Marchi, sta quindi nel riuscire a creare una forza politica antiburocratica, antifiscale e federalista in campo economico ed amministrativo e, al tempo stesso, innovativa e creativa sul piano culturale e sociale. 

In sostanza, De Marchi ribalta il concetto marxiano di lotta di classe indicando nei lavoratori dipendenti e indipendenti del settore privato la vera classe sfruttata e innovatrice e nella classe burocratica la vera classe conservatrice, parassitaria e sfruttatrice, insomma la vera razza padrona, del nostro tempo. E sostiene coerentemente che, ai fini di un’autentica Rivoluzione Liberale, è essenziale diffondere e radicare nella classe sfruttata una coscienza di classe e una volontà di lotta unitaria che sino ad ora sono mancate. Da quest’analisi emerge con chiarezza il fattore cruciale del fallimento generalizzato non solo del comunismo ma anche dello Stato assistenziale e di tante altre riforme socialdemocratiche: sia il comunismo che la socialdemocrazia hanno infatti preteso di riformare o addirittura di rivoluzionare le società ‘900 distruggendo o combattendo la classe innovatrice (cioè quella dei piccoli imprenditori e dei liberi professionisti) ed affidando il cambiamento alla classe conservatrice e parassitaria (la burocrazia). La ridefinizione della lotta politica contemporanea proposta da De Marchi poggia su solide basi scientifiche: quelle di una Psicologia Politica di stampo liberale che manda in soffitta la Psicologia Politica tradizionale della Scuola di Francoforte, pesantemente condizionata e distorta dall’ottica marxista. Le prospettive aperte da questo nuovo metodo di analisi consentono infatti all’Autore di proporre una Rivoluzione Liberale che sappia investire non solo l’ambito dell’economia e della politica in senso stretto, ma tutti gli aspetti della vita sociale e culturale.
                                          Luigi De Marchi, “O noi, o loro!”, Edizioni bietti, 2000 - L. 25.000

Alfredo Biondi

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