UN CLUB PER CARNIVORI CLANDESTINI

Di Margherita Paglia

(Da Libero, 9/2/2001)


MILANO - Oltre tre milioni di famiglie, secondo una ricerca della società ACNielsen-Ismea su un campione di 6mila nuclei, hanno abbandonato la carne bovina e i consumi sono crollati del 30 per cento (- 40 per cento per quanto riguarda la carne in scatola). Ma certo non ne fanno parte i circa 4mila fiorentini che ieri mattina hanno preso d'assalto in piazza della Repubblica gli stand dei macellai che offrivano gratis 3 quintali e mezzo di bistecche con l'osso e persino la "micidiale" trippa. E nemmeno i cosiddetti "Fiorentina Boys" o i liberali irriducibili, talvolta vegetariani convinti che - una volta nella vita - banchetteranno con l'odiata carne, pur di fare dispetto a Bruxelles.

E' questa infatti l'ultima provocazione dell'associazione FORCES che sul suo sito internet (www.forcesitaly.org) ha dato il via alla campagna delle "cene clandestine per la libertà", togliendosi lo sfizio di scimmiottare Berlusconi: "Un presidente macellaio per il benessere di tutti", recita lo slogan con tanto di vignetta di Vauro.

Le cene carbonare cominceranno tra una settimana al "Clubino" di Cremeno (Lecco). Il 24 Febbraio seconda tappa all'Osteria "Albatros" di Cavriago, poi sarà la volta di Roma e Milano. E intanto fioccano le adesioni. C'è tutto il mondo liberale-liberista-libertario, dalla rivista Enclave (Leonardo Facco Editore) all'associazione per i diritti dei consumatori Aduc, da Virus-il giornale on line a Cronache.it. Ma soprattutto ci sono alcuni partecipanti illustri, che vogliono "mangiare ciò che ci pare".

Parla per tutti Claudio Risè, psicologo e psicanalista, che detta le coordinate della battaglia: "Contro lo Stato malato e patogeno, che si finge terapeutico per cancellare le libertà, e promuovere gli interessi malsani che lo tengono in vita".

Gli fa eco Sergio Ricossa, docente di economia politica a Torino: "Ai tempi dell'Europa unita, mangiare una fiorentina può diventare un atto di disobbedienza civile". Il modello cui ispirarsi è insomma H. D. Thoreau.

Condivide Antonio Socci, nome celebre del giornalismo cattolico, come anche Valter Vecelio del Tg2, che comunque preferirebbe dei "pranzi pubblici" alle cene clandestine.

E sempre giornalista (una categoria di carnivori?) è Dario Fertilio, del Corriere della Sera, che se la prende con i "nuovi leviatani, che ci vogliono imporre persino cosa mangiare e cosa no".

"D'accordo al 100 per cento sull'appello anti-isteria" è invece l'euro-onorevole valtellinese Benedetto della Vedova. Ma si asterrà dalle cene: "Non mangio carne da circa 20 anni". Assente giustificato. Se il giornalista Diego Gabutti ricorda che "era così anche sotto Hitler", un'altra adesione vegetariana arriva da Fabrizio Rondolino, ex-portavoce di Massimo D'Alema e, soprattutto, deus ex-machina del Grande Fratello. "Aderisco molto volentieri all'appello libertario", dice Rondolino, "sebbene la carne proprio non mi piaccia. Ma sui principi non si transige, giusto?".

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