LA IV INTERNAZIONALE?
di Stefano Magni
La Conferenza di Durban contro il razzismo (che si sta tenendo proprio mentre questo articolo viene scritto) deve essere interpretata, senza dubbi, come un segnale d’allarme. Un segnale d’allarme che molti “paranoici” liberali, libertari e conservatori americani stanno lanciando da mezzo secolo: l’ONU può veramente essere quella IV Internazionale che in teoria non è mai esistita. E adesso che il comunismo ha perso la sua guida sovietica, può anche diventare il nuovo faro del socialismo mondiale. Non dico che lo sia: può diventarlo se non stiamo più che all’erta nei confronti di questa istituzione.
In questa sede è bene vedere quegli elementi legali e politici che fanno temere il peggio. Partiamo dalla Carta dei Diritti, che molti interpretano, a torto o a ragione, come una grande conquista della libertà umana. La Carta è il risultato di un compromesso fra le potenze vincitrici della II Guerra Mondiale, dunque gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e l’Unione Sovietica. Cioè: due democrazie liberali allora governate da politici socialisti e una potenza totalitaria comunista. La Carta, infatti, è fortemente contraddittoria: da una parte difende i diritti individuali contro gli abusi del governo, dall’altra sancisce l’esistenza di “diritti” positivi, quali la liberazione dalla fame, dalla malattia e dalla paura. “Diritti” che prevedono in sé un intervento esterno rispetto all’individuo e che giustificano l’azione del governo. Anche se questa calpesta i diritti fondamentali in difesa dell’individuo dall’azione stessa del governo. E’ questa ambiguità che fa sì che l’ONU possa essere uno strumento di legittimazione usato sia dalle democrazie liberali per difendere i diritti umani contro i regimi totalitari, sia dai regimi totalitari per mettere sul banco di accusa le democrazie liberali. Per questo, durante la Guerra Fredda, fino a tutto il 1990, l’ONU è stato uno strumento pressoché inutile. Un mero luogo di incontro fra potenze rivali e inconciliabili o una bandiera usata per legittimare interventi “di pace” che rispondevano a interessi nazionali ben precisi. Fino al 1990 non c’è mai stato un vero e proprio soggetto internazionale ONU.
Nel 1991, con l’URSS ormai alle strette, è esistita, per poco tempo, la speranza di trasformare l’ONU in una sorta di strumento nelle mani delle democrazie occidentali per ripristinare il diritto nel mondo. L’intervento contro un Iraq invasore è stato legittimato pienamente dall’ONU, anche con il consenso (parziale) di un’Unione Sovietica senza più fiato per rispondere alle richieste americane. Su quest’onda i Radicali hanno fondato, in quegli anni di decadenza del blocco comunista, la loro organizzazione transnazionale in difesa dei diritti individuali e hanno incominciato a proporre un Tribunale Penale Internazionale, una sorta di Norimberga permanente che avrebbe dovuto punire i criminali comunisti, i loro seguaci terzomondisti e anche i dittatori minori anticomunisti che avevano adottato i metodi del nemico per combatterlo.
Purtroppo questo progetto si è rivelato, come molti avevano previsto, solo una beata illusione, come sempre quando si spera di investire un’associazione statuale del compito di difendere diritti individuali.
Come questa illusione sia finita ben presto (anche se migliaia di studiosi e politici continuano a illudersi) è logicamente facile da comprendere: è una questione di numeri. Se si ha la pretesa di avere un’istituzione che rappresenti tutti gli Stati del globo, quanti di questi Stati riconoscono (almeno sulla carta) i diritti individuali? Pochissimi. Anche l’Italia, non riconoscendo il diritto all’inviolabilità della proprietà individuale come diritto fondamentale, non rientra pienamente in questa categoria. In una democrazia mondiale la maggioranza è totalitaria o tendente al totalitarismo. Anche il Consiglio di Sicurezza, che prende le decisioni più gravi, anche se a maggioranza liberale (tre democrazie liberali contro una Russia autoritaria e una Cina totalitaria), è bloccato dagli anti-liberali. Dunque, nel caso dell’ONU, il processo in base al quale uno Stato nasce per difendere i diritti degli individui e poi degenera in aggressore dei diritti stessi è particolarmente evidente.
La fine dell’illusione di un’ONU quale difensore dei diritti individuali porta a due conseguenze: da una parte le democrazie liberali si stanno organizzando per conto loro, dall’altra l’ONU sta diventando uno strumento nelle mani dei totalitari per combattere le democrazie liberali. Il principale strumento politico e militare delle democrazie liberali per difendere il diritto individuale sta diventando l’Alleanza Atlantica, nella cui carta dei principi il rispetto dei diritti (quelli veri) da parte dei Paesi membri e dei Paesi candidati è fondamentale. L’Alleanza può anche trasformarsi in una sorta di giustiziere internazionale non appena le condizioni lo consentiranno: è un’organizzazione internazionale che si è mostrata pronta a difendere diritti individuali calpestati da grandi violazioni anche all’esterno del suo perimetro difensivo, come nel caso delle guerre in Bosnia o del Kosovo.
L’altra tendenza, invece, quella più pericolosa, è la trasformazione dell’ONU in una sorta di strumento di legittimazione dei regimi totalitari contro le democrazie occidentali. La Conferenza di Durban è l’esempio più scottante di questa tendenza. In quella sede, un terrorista internazionale di lungo corso come Yasser Arafat sta conducendo una crociata contro Israele in base alla vecchia formula sovietica che equipara il Sionismo (che è una filosofia di sinistra, da notare) al razzismo. Perché? Per legittimare l’attacco che le sue truppe di miliziani e suicidi stanno deliberatamente conducendo contro Israele da ormai dieci mesi, ai danni soprattutto della popolazione civile inerme ebraica. E in quella sede, dittatori artefici di decine di migliaia di delitti contro la loro popolazione, come Fidel Castro, stanno promovendo un’altra crociata assurda contro tutte le democrazie occidentali per far sì che la schiavitù (abolita un secolo e mezzo fa e alimentata da mercanti… arabi, non occidentali) venga indennizzata. Ormai sembra proprio che l’ONU sia diventata una cassa di risonanza dei totalitari, un loro luogo di incontro dove decidere le strategie della lotta contro le democrazie liberali e le giustificazioni teoriche da dare alla stessa. Una vera e propria IV Internazionale. Con la differenza fondamentale rispetto, alla precedente III Internazionale, di aver la pretesa di essere un organo multilaterale universale. Le statistiche e i rapporti ufficiali dell’ONU sono tuttora letti dal comune cittadino come qualcosa di universalmente accettabile, di imparziale e l’ONU stessa è vista da molti come un arbitro mondiale imparziale. Dunque una IV Internazionale risulterebbe di gran lunga più pericolosa della precedente, le cui direttive e le cui azioni erano esplicitamente unilaterali, legate agli interessi dell’URSS e riguardanti solo la cerchia di governi e partiti sottomessi a Mosca.
Unico metodo per scampare questo pericolo: secedere dall’ONU. Le democrazie liberali, numericamente minoritarie e forse destinate ad essere ancora più minoritarie, devono scegliere la via della secessione dall’ONU, come gli Stati Uniti stanno già facendo da tempo (pur mantenendo rapporti ufficiali con e rappresentanti presso l’ONU) e Israele ha iniziato a fare adesso disertando dalla Conferenza di Durban. Le democrazie liberali hanno la forza e la legittimazione morale necessarie per gestire da sole una politica estera universalista in difesa dei diritti individuali, se non singolarmente, almeno attraverso l’Alleanza Atlantica.
Purtroppo, ancora una volta, le democrazie dell’Europa continentale, soprattutto adesso che si sono unite nell’UE, si dimostrano la vera spina nel fianco del Mondo Libero occidentale. Le democrazie socialiste europee non solo legittimano (con la loro piena partecipazione) la conferenza di Durban, ma attaccano gli Stati Uniti proprio perché questi ultimi si mostrano sempre più scettici nei confronti dell’ONU e di accordi internazionali (quali quello di Kyoto) che sono vere e proprie coperture per politiche anti-occidentali in generale e anti-americane in particolare. In futuro un’Unione Europea politicamente più forte e coesa potrebbe diventare, nella peggiore delle ipotesi (non nella più improbabile delle ipotesi) un tassello importante della nuova IV Internazionale: una “terza parte”, più lontana dall’Occidente e dai suoi valori di libertà, simile allo schieramento dei “non allineati” della Guerra Fredda. Paesi socialisti che, con la loro finta estraneità (morale e politica) alla logica dei due blocchi, di fatto favoriscono in pieno il gioco dei comunisti.
Un incubo che non deve realizzarsi e che non si realizzerà se noi (opinione pubblica) saremo svegli e in guardia.